Perdita di entusiasmo nei dipendenti? Corriamo subito ai ripari

Hai appena fatto un nuovo inserimento in azienda, una risorsa competente e motivata e dopo un po’ hai notato una perdita di entusiasmo? Sento spesso le aziende che inseriscono una nuova risorsa, che all’inizio sembrava capace, competente e con tutte le carte in regola ma che poi improvvisamente ha preso tutte le sue cose e di punto in bianco se ne è andata. Che cosa è successo? Di chi è la colpa?

Non posso fare certo di tutta un’erba un fascio, ogni situazione deve essere studiata singolarmente, ma quando la scena che ti ho appena descritto si presenta comunemente sono queste le principali motivazioni:

  • La scelta del candidato in fase di selezione è stata troppo frettolosa. Fare una selezione in fretta o scegliere il “meno peggio” non garantisce mai il risultato, anzi. Per la fretta spesso ci si dimentica di indagare la sua motivazione e si sottovalutano molti aspetti sul candidato.
  • Non gli è stato affiancato nessuno. Prova a metterti nei panni di una nuova risorsa che entra nella prima volta in un contesto che non conosce e persone di cui non sa ancora il nome. Avere una persona accanto su cui può contare, a cui rivolgersi quando ha bisogno di qualcosa, farà di lui un punto solido di riferimento.
  • Sono state date per scontate le sue mansioni. Sicuramente ne avrete parlato durante un colloquio, ma iniziare a svolgere le proprie mansioni ed entrare più nel merito del ruolo proposto e cosa ci si aspetta deve essere trattato.
  • Non gli chiedi come va e come sta andando il lavoro. Interessarsi e assicurarsi che abbia dati, materiali, supporti vari per lo svolgimento delle proprie mansioni e sapere se ha qualche difficoltà ed esigenza particolare.
  • Il candidato inserito ha cambiato idea. Per motivi personali o per sua eccessiva sicurezza la mansione proposta non è quella che fa per lui o lei, per cui decide di rinunciare all’incarico.

Se non metti la persona nelle migliori condizioni di lavorare, non gli consenti anche di sbagliare in ingenuità (all’inizio devi metterlo in conto!) e non lo coinvolgi nelle attività aziendali, allora non potrai pretendere una riduzione del turnover.

Il benessere del collaboratore che per estensione è il benessere aziendale, deve essere continuamente monitorato. Un collaboratore che ha perso l’entusiasmo sicuramente avrà calato le sue performance, non sarà più impeccabile, commetterà degli errori e potrà generare anche lamentele e malumori. Un collaboratore non performerà sempre al 100% perché sarà condizionato da problemi personali, progetti che lo mettono a dura prova che lo possono condizionare.

Un collaboratore motivato è quello che affronta nel modo migliore i compiti affidati, che ha spirito di iniziativa e gli vengono riconosciuti i suoi meriti e il suo impegno. Se noti un calo delle prestazioni, assenteismo, poca partecipazione o lamentela, sicuramente è il caso di prenderlo in disparte e comprendere i motivi che stanno generato queste reazioni. L’atteggiamento giusto non è quello paternalista e fare il richiamo, ma di comprensione, apertura al dialogo e ascolto, con l’intenzione di supportare e risolvere eventuali divergenze e problematiche. Sono sicuro che scoprirai una verità che non ti eri immaginato.